...il suo mondo è fatto di silenzi, di stati emozionali profondi che gli permettano di tracciare sulle superfici quei segni che ci trasmettono
il suo modo di fare arte, la sua sensibilità, la sua esperienza.......
Mauro Mami
La critica - 2006 Il Corriere
Enzo Dall'Ara
Corriere 01/09/2006 X-TRA12 arte & cultura
distanze creative a Bertinoro dialogo sulla contemporaneità
Residente a Forlì e docente all'Istituto statale d'arte della città, Mario Di Cicco è artista di rilievo nel panorama figurativo contemporaneo, cui apporta una sigla personale, incentrata sui fondamenti della grafica e, in particolare, del disegno, linguaggio che asseconda la versatile propensione dell'autore. Parallelamente al restauro e ripristino decorativo e alla progettazione di spazi interni, l'attività di Di Cicco si è ampliata, nel tempo, a un vasto ventaglio lessicale, dalla lavorazione dei metalli alla pittura, da elaborazioni plastiche al design. All'artista il Comune di Bertìnoro dedica dall'I al 14 settembre una considerevole mostra, dal titolo Distanze, ospitata nel Palazzo Comunale e documentata in un pregevole catalogo d'arte. L'esposizione, inserita nelle manifestazioni programmate per la Festa dell'Ospitalità, presenta una selezione di opere pittoriche e disegnative che rivelano, in una figurazione rigorosamente libera, alte conoscenze tecniche e intenso pathos poetico. Formulate con profonda sensibilità cromatica e luministica e meditata armonia compositiva, le creazioni alimentano un diffuso dialogo sulla complessa realtà dell'uomo contemporaneo, indagato come individuo e come componente di una società che non riesce a vincere lo spettro di una dilagante incomunicabilità. Alla mostra sono coniugate interessanti multivisioni realizzate da Luciano Laghi Benelli, in cui la pittura di Di Cicco si fonde mirabilmente con la fotografia di Laghi Benelli. Perché la mostra è stata denominata "Distanze"? "Distanze intese come l'incapacità di ognuno di noi di vivere i rapporti personali e interpersonali, in cui spesso ci poniamo in contrasto fra noi e gli altri. Questo spesso degenera e mette in crisi il nostro io: è l'incapacità di comunicare. Sottili, non leggibili condizionamenti a cui siamo continuamente portati, ma soprattutto ci portiamo, perché siamo noi stessi che organizziamo questo". Anche il fotografo Luciano Laghi Benelli si è Interessato alla sua arte. "Accade quello che naturalmente dovrebbe succedere fra persone sensibili che, non solo vivono, ma sentono inconsciamente, senza saperselo spiegare, l'impulso di esprimere sentimenti anche attraverso linguaggi differenti: un confronto libero dove ognuno trova anche gli imprevisti nei risultati, come nella vita". Lei ha un rapporto stretto con Bertinoro, suo è infatti il portale del Museo interreligioso. "Questo rapporto nasce da una vicinanza continua nel tempo con questa comunità, attraverso le attività culturali dell'Accademia dei Benigni e del Comune. Il portale rappresenta una sintesi di accoglienza che, oltreché nei contenuti religiosi, doveva simbolicamente essere espressa da una comunità. La realizzazione dei vari simboli ha coinvolto le tradizioni culturali e le competenze tecniche legate al territorio romagnolo, evidenziate nei colori e nei materiali, che hanno indiscutibilmente dato forza alla valorizzazione del tema". Cosa rappresenta per le! l'arte? "All'inizio l'artista è forse un uomo 'difettoso' che è riuscito, attraverso l'esperienza dell'arte, a vivere in rapporto con il mondo. Nessun artista ha la piena coscienza di quello che è o che fa, poi forse, andando oltre, egli diventa qualcos'altro, e non sa più vivere un altro ruolo o essere diverso. È come una mutazione, in alcuni casi uria deformazione". Quali i suoi progetti futuri? "I miei progetti si riferiscono ai lavori che desidero fare. Il prossimo anno organizzerò una mostra che approfondirà Distanze, ma non so cosa succederà poi. Non potrei accettare di esporre dei miei lavori e non godere del piacere di incontrare e di conoscere quelli che li incontrano